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Giacobbe ritorna in Canaan

Dopo una lunga permanenza dallo zio Labano, Giacobbe ritorna nella sua terra natia, con tutta la sua famiglia. 

Giacobbe e famiglia ritornano in Canaan

Giacobbe ha nostalgia di casa; già da molto tempo vive in terra straniera.

Sono parecchi anni che non ha più visto i suoi genitori e la sua terra natale.

Chissà se suo fratello Esaù ha ancora intenzione di ucciderlo?

Con i lunghi anni di permanenza ad Haran è diventato ricco; ha due mogli e undici figli, possiede servitù e mandrie di animali.

Però è preoccupato per la sua situazione attuale: suo zio, il padre delle sue mogli, non lo vuole lasciare andare via, anche se i suoi cognati sono invidiosi di lui.


Una notte, Dio gli parla in sogno, dicendogli: “Ritorna alla tua terra; io sarò con te e ti proteggerò!”.

Così, Giacobbe lascia di nascosto Haran, dopo aver preso tutto quello che possiede: la sua famiglia, i servi e gli animali.

Dopo parecchie settimane di cammino arrivano finalmente in Canaan.


Dopo qualche giorno, Giacobbe riceve una notizia: “Esaù, tuo fratello, ti viene incontro con quattrocento uomini armati”.

Giacobbe incomincia ad avere paura, il ricordo di quello che ha fatto al fratello e di come lo ha ingannato è ancora vivo, però si preoccupa di più per la sua famiglia, i suoi bambini…

Così, trova un posto tranquillo e, prima che arrivi Esaù, si mette a pregare Dio: “Oh Signore, tu mi hai fatto tanto bene; ti prego, aiutami anche ora, per l’incontro con mio fratello. Lui giustamente mi vuole uccidere, ma ti prego, perdonami e fai in modo che non ci faccia del male!”.

Dio vuole esaudire la sua preghiera e per confermare ciò, in quella occasione, gli cambia il nome: da allora non si chiamerà più Giacobbe (che vuol dire “colui che cambia posizione”), ma Israele (che vuol dire “principe di Dio”).

Terminato l'incontro con l'Angelo di Dio, Giacobbe incomincia ad organizzare l'incontro col fratello: sceglie degli animali, fra i più forti, da regalare a suo fratello, manda avanti i servi e poi le mogli e i bambini. 

Così facendo, spera che suo fratello possa trovare compassione per la sua famiglia, distogliendosi così dall'intento di fare del male.


L’indomani, dopo aver attraversano il fiume Iabboc, ecco, arrivare il momento dell’incontro: Giacobbe ed Esaù si trovano l’uno di fronte all'altro.

Ma ogni paura è svanita, come anche la vendetta: i due fratelli gemelli si salutano amichevolmente, con affetto, ogni brutta cosa del passato è svanita. 

Giacobbe e la sua famiglia rimangono meravigliati della bontà di Esaù, che lo ha perdonato, e della misericordia di Dio. 

Il Signore ascolta sempre ogni preghiera che gli viene rivolta ed esaudisce quelle che sono secondo la sua volontà.

Tratto dal libro di Genesi capp. 31-32


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