Durante la sua fuga da Esaù, Giacobbe ha una visione di incoraggiamento da parte di Dio.
“Giacobbe, devi andare via subito da qui. Se tuo fratello ti trova, ti ucciderà!”.
Queste sono le parole che rimbombano nella testa di Giacobbe, dopo la disputa avuta con il fratello Esaù, a causa del suo inganno.
Mentre Rebecca prepara per il figlio qualche provvista per il viaggio, gli da un consiglio: “Vai dai nostri parenti, ad Haran, e rimani la finché l’ira di tuo fratello non si sara placata”.
Giacobbe se ne va via in fretta.
Ha sbagliato molte volte, ma questa volta l'ha fatta grossa e non è tanto contento di se, e si chiede: “Chissà se Dio mi vuole ancora bene?”.
Arriva in un posto, è notte, e Giacobbe deve dormire all'aperto.
Si corica a terra, sopra una pietra che gli fa da cuscino.
Da lì a poco, incomincia a sognare e vede una scala che dal cielo arriva sino a terra; vede anche molti angeli salire e scendere per la scala, e Dio che si trova in cima.
Sente Dio dire: “Giacobbe, io sono il Dio d’Abramo e di Isacco e voglio essere anche il tuo Dio. Io sarò con te, ti proteggerò ovunque andrai e farò in modo che tu ritornerai di nuovo in questa terra sano e salvo. Avrai parecchi figli e la terra sulla quale sei caricato apparterrà a te ed ai tuoi discendenti, per sempre. Io sono il Signore Iddio e tutto quello che prometto lo mantengo!”.
Giacobbe si sveglia; è sopraffatto dalla gioia; Dio non lo ha rigettato, gli ha parlato in sogno!
Giacobbe chiama quel posto “Betel”, che significa “Casa di Dio”.
Lì Giacobbe fa un giuramento: “Se Dio mi proteggerà e mi ricondurrà di nuovo a casa, allora egli sarà il mio unico Dio; offrirò a Lui i miei sacrifici e gli sarò devoto per tutta la vita”.
Con questa visione, Giacobbe ha avuto la conferma della chiamata di Dio per lui e della benedizione di suo nonno Abramo.
Tratto dal libro di Genesi 28:1-5, 10-22
Dio ci sceglie comunicando con noi anche nei sogni ieri oggi e domani. Dio per me è tutto.
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