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Il re Ezechia

Ezechia è stato re della nazione di Giuda ed era un discendente di Davide, il secondo re d'Israele.

Re Ezechia

Prima di lui vi furono dei re che regnarono a Gerusalemme (la capitale del regno di Giuda) in modo scorretto, che portarono il popolo all'idolatria, disubbidendo così alla volontà di Dio. 

Anche i sacerdoti furono infedeli, trascurando il servizio sacro di Dio e praticando l'idolatria con l'adorazione e i sacrifici alle statue, poste persino nel tempio di Dio, a Gerusalemme.

Sin dal primo giorno del suo regno, il re Ezechia si propose di estirpare l'idolatria dalla nazione, incominciando da Gerusalemme e dal tempio di Dio. 

Così diede ordine di demolire e abbattere tutte le statue, vietando il culto pagano idolatrico e restaurando il culto del vero Dio, così come aveva fatto il suo antenato Davide, come Dio aveva comandato per mezzo di Mosè. 

I soldati e i sudditi ubbidirono all'ordine di Ezechia, ricevendo così l'approvazione di Dio, il quale favoriva l'esercito giudeo nelle battaglie che intraprendevano per difendere la propria nazione dagli attacchi dei Filistei e degli Assiri. 

Sotto il regno di Ezechia, la gente era felice e la nazione era tranquilla, in pace, e prosperava economicamente e socialmente. 

Come riconoscenza del favore di Dio, il re Ezechia volle celebrare la festa dalla Pasqua. 

Mai prima di allora si era celebrata una festa così grande; tutto il popolo vi ha partecipato con allegrezza e devozione verso Dio. 

Tutto sembrava andare per il verso giusto, sino a quando non arrivò una grande minaccia: l'esercito Assiro era in marcia verso Gerusalemme per conquistare Giuda.

Gli Assiri si accamparono attorno Gerusalemme, cingendola d'assedio. 

L'esercito assiro era forte e numeroso, ben capace di conquistare la città. 

Durante l'assedio il comandante dell'esercito assiro ha cercato diverse volte di spaventare il popolo di Giuda, scoraggiandolo per la resistenza: "Abbiamo conquistato altre nazioni più grandi della vostra, molto più potenti di voi; i loro dei non li hanno potuti salvare, anzi abbiamo buttato nel fuoco le loro rappresentazioni (statue), e anche il vostro Dio non vi potrà salvare". 

All'ennesima minaccia verbale del capitano, re Ezechia radunò il popolo, incoraggiandolo a confidare nel loro Dio; lui era convinto che in un modo o nell'altro Dio sarebbe intervenuto in loro favore, come aveva fatto in altre occasioni.

Prima di intraprendere una qualsiasi iniziativa, re Ezechia si recò al tempio a pregare Dio, esternando la sua preoccupazione per la situazione, implorando il Suo intervento. 

Dio rispose al re tramite il Suo profeta Isaia, il quale lo rassicurò dicendogli che Dio avrebbe esaudito la sua preghiera, che sicuramente sarebbe intervenuto, facendo si che l'esercito assiro avrebbe abbandonato il suo intendo, allontanandosi da Gerusalemme.

E così avvenne: quella stessa notte Dio mandò un angelo nell'accampamento assiro, colpendo 185.000 soldati. 

Alla vista di quello sterminio, i superstiti se ne ritornarono in fretta e furia da dove erano venuti. 

E così ancora una volta Dio aiutò il Suo popolo, liberandolo da una sconfitta certa, chiamando all'azione uno dei Suoi angeli. 
Ancora una volta il popolo è stato testimone dell'intervento divino, accrescendo così la propria fiducia in un Dio così potente.

Dopo questi fatti, avvenne che il re Ezechia si ammalò di una malattia mortale. 

Dio mando il Suo profeta Isaia dal re, ammonendolo a mettere in ordine la sua vita davanti a Dio e a provvedere per il suo testamento.

Anche in quella occasione Ezechia non si è dato per vinto: ancora una volta si rivolse a Dio, pregandolo con tutto il cuore, implorando la guarigione e il prolungamento della vita.

Ed anche in quella occasione, Dio ascoltò la richiesta del re. 

Dio mando il Suo profeta dal re a comunicargli che gli accordava altri 15 anni di vita, guarendolo dalla sua malattia. 

Dio gradisce e premia coloro che vogliono fare la Sua volontà, ma anche coloro che pongono in Lui la loro fiducia e speranza. 

Quando si ha fede nel Signore, anche nei momenti di angoscia, di problemi e difficoltà si sa come affrontarli: rivolgendosi a Dio. 

Le preghiere fatte con fede e sincerità toccheranno il cuore di Dio, il quale interverrà al momento opportuno, aiutando a risolvere i problemi e cambiando le situazioni.


Tratto dal libro di 2 Cronache capp. 29-32

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